Analisi costi/benefici del bike-sharing di Milano

BikeMi: 1.789.959 prelievi nel 2013, 3587 bici, 201 stazioni, 36 €/anno l’abbonamento, la prima mezzora di utlizzo è gratis, 0,50 € la seconda mezzora, 27.000 gli abbonati. Sembrano i numeri di un successo? analizziamoli in dettaglio.

Introito dagli abbonamenti: 36*27000=972 mila €/anno
Introito dall’uso: non avendo trovato dei dati online, ho ipotizzato che il 20% dei prelievi finisca nella seconda mezzora, e l’80% sia entro la franchigia gratuita. 1789959*0,20*0.5€=179 mila €/anno.
Introito totale annuale: 1,15 milioni di €

Non son riuscito a trovare il bando di fornitura e gestione, ma ho quello di Cagliari e di Carbonia. Ai prezzi del bike sharing di Cagliari (che è molto inferiore come qualità delle bici) il costo è stato di 7000€ a bici (comprende le bici, le stazioni di noleggio e tutto il resto). Carbonia ha speso invece 12000 € a bici. Quindi mi sembra più che ragionevole ipotizzare almeno 7000€ a bici per BikeMi.

Costo investimento iniziale per BikeMi: 3587*7000€ = 25,11 milioni di €

Un pò caro eh? Ho trascurato il costo della gestione e manutenzione ipotizzando che questo sia compensato dai proventi della pubblicità affissa sulle bici (chissà se poi è effetivamente così). Ma questo investimento iniziale, chi lo paga? Il Comune o l’azienda di gestione del bikesharing dai provventi pubblicitari? Comunque vada paga il Comune -il cittadino- , di tasca o rinunciando agli incassi pubblicitari.

Molti avranno da ridire sulla veridicità delle cifre. Se avete dei documenti che possano smentire le mie ipotesi mandatemeli, in assenza di dati è consono fare delle ipotesi sulla base dei costi noti di bikesharing simili. Ho anche spulciato la rete e fatto un reportage sul BikeMi (ho evidenziato in giallo le parti importanti).

Ma con 25 milioni di euro cosa si può fare per diffondere l’uso della bici?

Una pista ciclabile su strada esistente costa circa 10 €/m per senso di marcia, 100 €/m costa una pista larga 2,5 m realizzata in sede indipendente (ovvero realizzando da zero anche la fondazione stradale la pavimentazione in conglomerato bituminoso). Ipotizzando un costo (alto) di 50 €/m per realizzare delle piste cicabili a Milano, significa che il BikeMi è costato quanto 500 km di piste ciclabili. Caspita! visto che Copenaghen ne ha 360 km, ha la stessa dimensione di Milano ed è la città più ciclabile del mondo occidentale. A 10 €/m sarebbero 2500 km. Non dico che si possano costruire centinaia di km di piste dall’oggi al domani, ma la sicurezza del ciclista deve essere la priorità numero uno. Questo perchè in Italia (dati istat 2014) abbiamo circa 1 ciclista morto al giorno e 46 incidenti al giorno che coinvolgono ciclisti.

Questa una mappa delle piste ciclabili dell’area vasta di Copenaghen:

piste-ciclabili-copenaghen

Quale sarebbe l’effetto di 500 km di piste cilabili?

Innanzi tutto la sicurezza dei ciclisti: In Italia i ciclisti morti nel 2012 sono stati 289, quasi uno al giorno, e i ciclisti feriti 16.611. “Nonostante gli incidenti più gravi avvengano sulla rete extraurbana, il pericolo corre in città”. Lo sottolinea il rapporto Aci-Istat del 2012 che sottolinea: “malgrado un calo complessivo del 10% di sinistri e decessi, sulle strade urbane si conta il 75% degli incidenti con il 42% delle vittime e il 72% dei feriti”.

E’ abbastanza evidente che il bike sharing non contribuisce ad alcun alcun miglioramento delle condizioni di sicurezza. In quanto al (presunto) aumento della sicurezza conseguente ad avre più bici circolanti, i dati istat mostrano anzi un +2,5% di incidenti che riguardano ciclisti. Aumentano i ciclisti, le condizioni della circolazione stradale sono invariate: risultato -ribadisce il movimento #salvaiciclisti-, aumentano i morti in bici. L’effetto del bike-sharing milanese, è di 1.789.959 prelievi l’anno. Bene, visto da solo sembra un numero grande, ma messo nel costesto di Milano, città di 1,3 milioni di abitanti, significa che ciascun abitante utilizza la bici del BS meno di una volta l’anno. Altro che “utilizzo della bici per spostamenti quotidiani“! A Copenaghen invece, il 50% degli studenti e lavoratori va a lavoro/scuola in bici, e il 75% di questi lo fa durante tutto l’anno, nonostante il vento, il freddo, la neve e le salite, sì perchè la Danimarca è piatta nella mente degli italiani, ma non per chi in bici in Danimarca l’ha usata (ne so qualcosa). Quando i ragazzi di una scuola media andranno in bici a scuola? Date un occhiata allo straordinario effetto delle piste ciclabili di Copenaghen, che a Milano (come pure in tante altre città), che ha speso una simile quantità di soldi ma in bike-sharing invece di piste, non c’è affatto.

Conclusione

Chissà che questo articolo convinca qualcuno a credere che per rendere una città ciclabile non basta comprare biciclette da noleggiare agli abitanti, ma occorrono interventi per migliorare la sicurezza dei ciclisti (a partire da quelli di 10-15 anni), proteggere dal furto le bici con i parcheggi sotto chiave, e tanti altri servizi come le docce all’Università e poter trasportare la bici su mezzi pubblici e taxi.

Se la diseconomia fin ora esposta non è bastata a convincere i più accaniti sostenitori del bike-sharing, questo articolo del Corriere della Sera del 3 giugno 2012 riporta dati molto interessanti, incluso il costo della manutenzione del BikeMi: Furti, danni e graffiti Assedio dei vandali alla rete bike sharing. Cento bici al giorno vanno in officina.

Questa è Copenaghen:

 

Vedi raccolta fotografica delle magnifiche infrastrutture ciclabili di Copenaghen

a Milano godetevi pure le bandierine, le coccarde tricolore, che piacciono tanto ai politici, ma a me no.

 

 

 

Aggiornamento del 30-09-2014:

Il costo di gestione e manutenzione è di 5 milioni di € all’anno (circa 1000€ a bici, pagato da Clear Channel, che ricava anche 910 milioni di euro l’anno della pubblicità, secondo l’articolo su Repubblica il 26-04-2013 collegato a una indagine per corruzione.

L’azienda ha ottenuto per quindici anni la gestione, a costo zero per il Comune, del servizio, che finanzia con gli incassi della pubblicità realizzata con i cartelloni montati accanto alle postazioni. In questo modo riesce a realizzare un fatturato lordo di 910 milioni di euro all’anno con cui coprei costi, che si aggirano in media sui 5 milioni.

Per l’instalazione del servizio il Comune ha versato a Clear Channel 6 milioni di € (1500 € a bici, 4000 bici). Pensa un pò se il Comune avesse gestito gli spazi pubblicitari direttamente, quante cose avrebbe potuto fare con 905 milioni di €? altro che i 25 che ho ipotizzato in precedenza!!!

Gli articoli che raccontano la truffa del bikemi sono raccolti qui, con le parti importanti evidenziate in giallo per velocizzare la lettura: BikeMi-luci-e-ombre.pdf

 

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