Il bello di Copenaghen, visto dalla bici

Questo articolo racconta la mia esperienza da ciclista urbano di questi ultimi anni a Copenaghen cogliendo molti spunti di riflessione per progettare uno sviluppo ciclabile migliore in città italiane.

Copenaghen è una città abbastanza piccola, 560 mila abitanti, il 40% degli spostamenti avviene in bici, il che significa 1,3 milioni di chilometri pedalati al giorno. La pista ciclabile c’è in tutte le strade su entrambi i lati, per un totale di ben 350 chilometri di piste ciclabili. Ci sono anche piste ciclabili parallele alle  autostrade, a debita distanza su strade secondarie o immerse nel bosco.
I ciclisti sono sempre molto rispettati dagli automobilisti, i quali, tutti, sanno cosa significa essere ciclisti perché in molte occasioni lo sono anche loro. Tutte le piste ciclabili (anche nel bosco!) sono asfaltate con normale asfalto nero con maxi pittogrammi bianchi di bicicletta e dipinte di celeste negli incroci. Mi son sempre sentito al sicuro in bicicletta in Danimarca.
C’è anche il bike-sharing, gratuito; non richiede registrazione e non ha limiti di tempo. Ci sono solo
10 stazioni con una decina di bici ciascuna, non ne sono previste altre. Vedi la mappa in figura 11.

Figura 1: Questo sono io, all’esterno di una stazione di metro (Osterport) in Danimarca

Mezzi pubblici efficienti (e cari)
I mezzi pubblici sono molto efficienti e ari circa il triplo-quadruplo di Cagliari, la bici in metro viaggia gratis e c’è il wi-fi gratis su quasi tutti i bus/metro.
A Copenaghen in un anno e mezzo ho fatto circa cinquemila chilometri, cioè dieci chilometri al giorno in media, andata e ritorno fra università, supermercato e party! Qualche volta anche 50 chilometri in un giorno, che non è tanto, come alcune volte con mia sorella Anna. Tutti possono fare 10 chilometri in bicicletta, non c’è bisogno di essere degli atleti! Utilizzavo una bicicletta in alluminio con copertoni da città e parafanghi, costata nuova circa 300 €.

Andare in bicicletta a Copenaghen e dintorni è bellissimo.
Quando dopo una cena con 15-20 amici a casa, ognuno in sella alla sua bici ci spostavamo in qualche locale, lungo la strada continuavamo ad essere tutti insieme, parlare con un contatto visivo con chi volevi, arrivare a destinazione nello stesso momento, legare le bici in dieci secondi ed entrare. Tutte cose che con l’automobile non si possono fare.
Andare in bici è considerata una cosa normale, persone di tutti i tipi e tutte le età usano la bici,
anche le ragazze con minigonna e tacchi il venerdì sera. Il freddo (siamo stati per 3 mesi fra -8°C di
notte e -3°C di giorno) si vince con un bel giubbotto, guanti e pantaloni da neve (o impermeabili)
sopra i pantaloni normali. La neve non è un problema perché piste ciclabili, marciapiedi e strade
vengono pulite dalla neve alle alle 5 di mattina se nevica la notte. Se nevica di giorno al più passi su 2-3 cm di neve, che non dà grandi problemi di guida. Ecco una foto che mostra le biciclette difronte
a un aula dell’università, in un normale giorno di lezione a Novembre 2010.

Figura 2: Pista ciclabile/pedonale e parcheggio vicino a un aula dell’università danese

Qualità delle bici danesi, vita da ricchi!
Le biciclette nuove sono abbastanza costose ma sono di qualità molto migliore di quelle che si
vedono in Italia. Si capisce, per un uso quotidiano ci vuole una bici comoda, affidabile e leggera!
Il cambio interno al mozzo posteriore e il freno a ganasce comandato dalle leve al manubrio è molto
usato e rende la bici molto affidabile perchè frena bene anche se le ruote son bagnate o sporche di
terra, e cambia le marce sempre bene. Richiede anche meno manutenzione.
Alcuni modelli di cambio interno hanno un sistema che, quando parti, cambia le marce automaticamente dalla più leggera a quella che hai selezionato nella manopola del cambio. E’ una figata al semaforo perchè hai uno sprint incredibile. Inoltre con il cambio interno si possono cambiare le marce mentre fai forza sui pedali, non c’è tendi catena e la catena è più robusta ed è quasi impossibile che cada giù dal rocchetto. Ci sono un sacco di bici a ruota fissa, che richiede un pò di abilità nella guida ma è una bici molto leggera, anche le ragazze la usano.

Il prezzo per una bici nuova varia da 270€ singola marcia, 400 € tre marce o ruota fissa, 540€ per 7 marce, freni interni e telaio in alluminio. La bicicletta si può assicurare contro il furto per circa 50€ all’anno, se hai il lucchetto con l’archetto sulla ruota posteriore.
Ci sono i distributori automatici di camera d’aria e all’esterno di molti negozi di bici e ai rifornitori trovi l’aria compressa per gonfiare le ruote (gratis).
Nei rifornitori Statoil puoi appendere la bicicletta a un sostegno per lavarla comodamente utilizzando spazzole, sapone e acqua offerti, gratis, dal rifornitore. Puoi anche avere qualche attrezzo e pezzette per riparare la camera d’aria.

Figura 3: Distributore automatico di camere d’aria

Figura 4: sinistra: onda verde “grafica” al semaforo. A destra: bike-wash a una rifornitore Statoil

Qualità dei percorsi ciclabili
Lungo alcune piste ciclabili nel centro di Copenaghen ci sono delle cose divertenti e comode, come i cestini inclinati per buttare l’immondezza “al volo” dalla bici, la ringhiera laterale con piastra poggia-piede al semaforo per non dover scendere dalla sella, il verde per le bici alcuni secondi in anticipo rispetto a quello delle automobili, o una fila di lucine verdi sul lato della pista ciclabile che si accendono/spengono in sequenza per 100 metri prima del semaforo: se sei nel verde, quando arrivi al semaforo sarà verde! così se lo trovi verde capisci se accelerando riuscirai a passare, o se è rosso vedi quanto manca al verde e  decidi se continuare a pedalare o frenare.

Figura 6: Pista ciclabile “extra-large” a Nørrebrogade, in ingresso al centro di Copenaghen.

Nørrebrogade (figura 6) è la strada con più traffico ciclabile del mondo occidentale, con 38 mila biciclette al giorno per senso di marcia. Su questa strada l’onda verde dei semafori è sincronizzata sulla velocità delle biciclette (20 km/k) e consente di attraversare il centro della città per 6 chilometri senza mai dover poggiare un piede a terra.

Lungo alcune piste ciclabili ci sono delle colonnine “conta bici”, che contano le biciclette che passano
sulla pista ciclabile. Servono sia per fini statistici che per mostrare a tutti quanto la bicicletta è utilizzata, nella speranza che questo invogli sempre più persone ad utilizzarla. Mostra la temperatura, l’orario, il numero di bici della giornata e numero di bici dall’inizio dell’anno.

Figura 7: Colonnina conta bici a CPH

Il furto di biciclette è molto raro.
Tutti possono registrare il numero di matricola della bicicletta presso le stazioni di polizia, gratis ovviamente; se compri una bici in un negozio viene registrata di default. Se non c’è matricola la si stampiglia in quel momento. La polizia periodicamente (1-2 volte l’anno) ispeziona i parcheggi di bici alle stazioni e nei collegi alla ricerca di biciclette denunciate rubate o bici abbandonate. Può capitare di venire fermato per strada dalla polizia per il controllo del numero di telaio e luci. Dopo il tramonto le luci, bianca davanti e rossa dietro sono obbligatorie (40€ di multa, mi pare). Se ti fermano con una bici denunciata rubata sono 90€ di multa e continui a piedi!

Quando compri una bicicletta è bene telefonare alla polizia
per sapere se la matricola corrisponde a una bici denunciata rubata. E’ anche bene chiedere la ricevuta di acquisto dal negozio o di registrazione della matricola presso la polizia quando compri una bici.
Grazie a questo sistema, il furto di bicicletta è molto raro e la maggior parte delle bici parcheggiate
ha solo un lucchetto fra telaio e ruota posteriore.
Per identificare le bici abbandonate, periodicamente (1-2 volte l’anno) la polizia mette un adesivo fra telaio e ruota posteriore di tutte le bici nei parcheggi. Hai 2-4 settimane di tempo per rimuovere l’adesivo, altrimenti la tua bici verrà ritirata dalla polizia e venduta all’asta o regalata ad associazioni che le  aggiustano (come una Ciclofficina) per rivenderle/noleggiarle.

Figura 8: La bici del bike-sharing di Copenaghen

Il bike sharing di Copenaghen, come già detto è gratis e consiste in solo 10 stazioni.
La bici si prende con una moneta da 20 corone danesi che poi ti viene restituita, insomma, come
il carrello della spesa. Ovviamente non serve alimentazione elettrica alla stazione di bike-sharing. Le biciclette hanno un telaio molto riconoscibile, hanno una sola marcia e il freno è solo a contro-pedale: praticamente indistruttibili costano poco di manutenzione. Sul manubrio c’è una cartina della città che
indica i punti di interesse e la posizione delle stazioni di bike-sharing e il limite oltre il quale non sei autorizzato ad andare con queste biciclette.

Figura 9: Le 10 stazioni di bike-sharing di Copenaghen (2011)

Tutto questo le rende molto economiche per l’amministrazione pubblica, e molto semplici da usare per i turisti, che possono utilizzarle senza alcuna registrazione o autorizzazione.
Sulle ruote vi è spesso pubblicità che il comune di Copenaghen utilizza per finanziare il servizio.
Sulle bici c’è anche scritto un numero di telefono da chiamare per segnalare che una di queste bici si trova fuori dall’apposita area. Seppur buone per i turisti che le utilizzano per qualche giorno su brevi distanze, a nessuno verrebbe in mente di rubare una di queste bici per un uso quotidiano (non tanto per la mentalità, ma perchè nessuno accetterebbe una bici così scadente per un uso prolungato!).

Figura 10: Il bello di una bici personale è anche che “la fai come la vuoi”

La bicicletta personale è molto meglio di quelle dei bike-sharing in generale,
perchè la compri delle dimensioni adatte al tuo fisico, ci metti il cestino se e come lo vuoi, funziona bene
perchè ne curi la manutenzione e la pulizia, ti porta da casa dritto davanti a destinazione e non hai limiti di tempo. La fai come la vuoi e ti ci affezioni (non tutti capiranno questo, solo quelli che hanno una bici e la usano!)

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