Bike sharing Carbonia: 12.000 euro a bicicletta

Già mi sembrava uno spreco di soldi quando il Comune di Cagliari per mezzo milione di euro comprò 70 biciclette (il che significa 7000€ a bici ), ma il Comune di Carbonia è riuscito a batterlo: 17 biciclette son costate ben 205 mila euro, cioè la bellezza di 12 mila euro a bici.

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Ma se uno andasse in un negozio a chiedere “per 200 mila euro quante bici mi dai?” cosa gli risponderebbero?

Questi i prezzi folli tratti dal bando di gara del Bike Sharing, realizzato dal Comune di Carbonia e finanziato dal Ministero dell’Ambiente all’interno del progetto “Carbonia città sostenibile”.

Un amico mi ha chiesto: “Ma obiettivamente, per mettere in piedi un bikesharing e spendere 12.114 € a bici, per cosa si spende?”

Per tutte le cose che non c’entrano niente con la sicurezza dei ciclisti e nemmeno con l’incentivarne l’uso (come potrebbe essere la possibilità di fare la doccia all’arrivo all’universitá o in ufficio), per esempio le colonnine di parcheggio, tettoie fuffa-voltaiche, tesere, gestione, sistema di fatturazione, allaccio elettrico ed internet di ogni stazione di noleggio. Redistribuzione delle bici fra una stazione e l’altra utilizzando sì, un bel furgone a gasolio. Alla faccia della sostenibilità!

Ecco alcuni stralci del bando di appalto:

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costo bike sharing

Ora i politici di Carbonia (e così tutti gli altri sostenitori del BS, che in inglese significa anche BullShit) potranno vantarsi di aver speso un sacco di soldi a favore della mobilità sostenibile. Certo, che hanno speso un sacco di soldi è evidente: che poi questo abbia un impatto sulla riduzione del traffico automobilistico e aumento di quello ciclabile…. ho i miei dubbi. Con la stessa spesa si potevano realizzare 6 km di piste ciclabili urbane, che avrebbero attratto ben più di 17 biciclette, senza costi aggiuntivi ne per il comune nè per gli utenti, con evidente miglioramento della sicurezza.

Nelle città che invece hanno raggiunto livelli altissimi di ciclabilità (Copenaghen, il 44% degli spostamenti quotidiani avviente in bici, e solo il 29% in macchina) i soldi del cittadini vengono spesi per fare piste ciclabili, parcheggi dove la bici è al sicuro dal furto, possibilità di portarla su tutti i mezzi pubblici, persino i taxi hanno il porta bici obbligatorio! Poi le bici arrivano, ogniuno se la compra come la vuole.

Un altro buon video: https://www.youtube.com/watch?v=ZtX8qiC_rXE

Questa sotto è una foto scattata difronte alla biblioteca di Copenaghen. Quante bici ci sono? All’orario di chiusura, in un intervallo temporale di circa 15 minuti, alcune centinaia di persone escono e prendono ciascuno la propria bici, per andare a casa o altrove, percorrendo una distanza fra i 2 km e gli 8 km. Un flusso di un gran numero di ciclisti urbani, concentrato in pochi minuti, che avviene anche all’orario di uscita di una scuola qualunque, o alla fine di un film al cinema.

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Contate le bici, è abbstanza ovvio che il bike-sharing non riuscirebbe a garantire la bici a tutti, a meno di realizzare una stazione da 600 bici, cioè circa 4 milioni di euro di investimento, l’equivalente di 80-100 km di pista ciclabile urbana (cioè un quarto delle piste che ha Copenaghen). A Copenaghen hanno optato per le piste, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Certo c’è chi il bike sharing lo usa e lo trova utile (come dargli torto, sta usando una bicicletta), ma a parità di spesa pubblica i risultati sarebbero ben diversi seguendo l’esempio Danese/Olandese.

Una obiezione che sento spesso: “Ma il bike sharing è per i non residenti che arrivano in treno, bus, ….”. Chi non abita in centro si porta la bici in treno, la stessa che ha usato per andare da casa alla stazione (e non rischia la seccatura di arrivare in centro e scoprire che le bici di BS son finite). Per chi questo viaggio lo fa tutti i giorni c’è la possibilità di lasciare la seconda bici alla stazione di arrivo, eventualmente in una delle stanze sotto chiave per circa 40 €/anno.

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E’ ora di smetterla in Italia di sprecare soldi in opere che hanno già abbondantemente dimostrato la loro inefficacia. Il Bike sharing ruba risorse necessarie alla costruzione di opere necessarie a rendere la città attraente, sicura e comoda per chi decide di spostarsi in bicicletta.

 

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